Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia

Rosarno l’antica città di Medma

L’origine locrese di Medma è attestata da diverse fonti storiche, tra cui Tucidide che menziona Ipponiati e Medmei in guerra, nel 422 a.C., contro i Locresi dei quali sono «confinanti […] e coloni».
I coloni locresi, provenienti dalla costa ionica e alla ricerca di uno sbocco sul tirreno, fondarono dunque Medma, sul Pian delle Vigne dell’attuale Rosarno, ma ancora incerta è la data di tale fondazione. Mentre fino a qualche anno addietro si riusciva a risalire archeologicamente non oltre il 580-570 a.C., i dati offerti dagli scavi del 2002, all’interno dell’attuale Campo Sportivo, hanno consentito di ipotizzare una fondazione o quantomeno una frequentazione commerciale dell’area già nella prima metà del VII sec. a.C.
I nomi delle due subcolonie tirreniche, Medma e Hipponion, sono riportati insieme a quello della madrepatria Locri in un’iscrizione, incisa su uno scudo di bronzo dedicato nel santuario panellenico di Olimpia, con la quale si celebra la vittoria delle tre poleis in una guerra contro Kroton, l’attuale Crotone. Gli studiosi propendono a identificare questo evento bellico con la famosa battaglia combattuta sul fiume Sagra, collocata intorno alla metà del VI secolo a.C., nella quale i locresi ebbero la meglio sui loro vicini.
Un’altra particolare menzione è presente in un testo di Tucidide nel quale si fa riferimento a una guerra combattuta nel 422 a.C. che vide gli abitanti di Medma e Hipponion combattere contro la loro madrepatria.
Agli inizi del IV secolo (396 a.C.) Medma, insieme alla consorella Hipponion, venne conquistata da Dionisio il Vecchio, tiranno di Siracusa, anche se non sono ancora chiari gli sviluppi di tale intervento perché l’archeologia mostra una vitalità del centro ancora per tutto il IV secolo e la vita della città prosegue fino alla fine del III secolo a.C.
A seguito della guerra annibalica e, verosimilmente, con l’intervento riorganizzativo politico-amministrativo messo in campo dai Romani, il centro fu forse completamente abbandonato mentre alcune delle sue funzioni furono ereditate dal nuovo centro costiero di Nicotera Martina dove a partire dal I secolo d.C. sorgerà l’omonima statio.
Dopo le prime ricerche di Paolo Orsi agli inizi del ‘900, l’attività di tutela avviata dalla Soprintendenza a partire dalla fine degli anni ‘70 del secolo scorso ha consentito di acquisire numerosi elementi di conoscenza sull’organizzazione del centro antico che pare caratterizzato da un reticolo urbano regolare, con assi rettilinei ed ortogonali nel settore centrale di Pian delle Vigne, quantomeno a partire dalla fine del V secolo e in quello successivo. In diversi punti dell’abitato moderno sono stati individuati tratti di assi viari e abitazioni, spesso caratterizzate dalla presenza, negli spazi contigui agli edifici, di coppie di pozzi di scarico e ricezione delle acque e ulteriori ambienti esterni coperti con tettoie e portici.

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Ultimo aggiornamento

8 Gennaio 2024, 13:18